Memorie di Terra

Memorie di Terra

Composed using new techinques,filters,Field recording and new strange instruments that I’ve build personally for this album.
Inspired by Nature and her beauty.All the Field recordings taken in Buti – Tuscany this year between The Finish of Autumn and the Begining of summer.Mixed With Cubase Le8 and Mastered in WaveLab9
48KHz / 24 bit

credits

released September 30, 2017
PLAY IT OR BUY HERE 

Bandcamp : https://uzbazur.bandcamp.com/album/memorie-di-terra-memories-of-the-ground

Spotify : https://open.spotify.com/album/0d9GZ0GXg5f7dg251PgWj9

iTunes/AppleMusic : https://itunes.apple.com/us/album/memorie-di-terra/id1282657282

Deezer : http://www.deezer.com/it/album/49961152

Amazon : https://www.amazon.com/gp/product/B075LYFQDG/ref=dm_ws_sp_ps_dp

 

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RECENSIONE ED INTERVISTA SU TRACKS DA PARTE DI Fabio Alcini.

 LinkRecensione,Intervista e Streaming

Si fa chiamare Uzbazur e compone musica con evidenti declinazioni ambient: Simone Santarsiero ha pubblicato il proprio album Memorie di Terra e ci spiega le motivazioni alla base della sua scrittura.

Puoi raccontare la tua storia e la (curiosa) scelta del tuo nome d’arte?

Il Nome Uzbazur nasce da una lingua inventata da me quando ero piccolo, significava tamburo, perchè prima di essere compositore di musica ambient ero un inventore di linguaggi e un batterista.

Il nome nasce per gioco, avevo un canale di You Tube dove proponevo i miei linguaggi inventati in sottofondo per evitare segnalazioni per copyright mettevo le mie prime sperimentazioni sonore. Un giorno decisi di dare una svolta al canale iniziando soltanto a comporre tracce ambientali, le prime erano molto cupe e droniche, mi facevo quasi paura da solo ascoltandole.

Dopo qualche sperimentazione una persona mi commentò un video dicendomi che le piaceva il mio stile musicale, così che iniziai ad appassionarmi al genere e a migliorare il mio stile.

In quale contesto e con quali ispirazioni nasce “Memorie di Terra”?

Memorie di Terra nasce nel 2017 con varie sperimentazioni, creazioni di strumenti strani e soprattutto, ispirato alla natura e dalla Natura.

Per ogni traccia le ispirazioni sono molteplici :

Quercus Petrea: Nasce dalla visione di un vecchio documentario sulla Toscana dove si parlava della vecchia Quercia presente a Bagno Vignoni in privincia di Siena,dove la leggenda narra che nelle notti del Medioevo vi si svolgevano Sabba e Rituali esoterici.

Aqua Thermae: Nasce da una visita alle terme di S.Filippo in Toscana, dove sono stato in estate, sono stato ispirato dal relax e la storia che questo posto magico porta con se.

Olea: Ha una storia diversa dalle altre due, questa traccia nasce da delle sperimentazioni che ho fatto con uno strumento L’Oliviolino (Vedi Foto) che ho inventato prendendo due rami d’Olivo e legandoci una corda di chitarra,il suono che questo strano strumento produceva mi aiutò a dare un tono particolare al tutto. Le registrazioni ambientali di grilli sono state fatte sotto a un albero d’olivo nel mio Orto in una calda notte d’estate.

Per quanto riguarda Lemna Minor, questa è stata composta a maggio in una giornata piuttosto fredda e nebbiosa, la Lemna minor è una pianta acquatica presente nel fiume che scorre proprio davanti al mio orto. Questa lenta cantilena di chitarra, kalimba, suoni ambientali e varie altre sperimentazioni vuole in un certo senso mimare il lento movimento della pianta e trasportare l’ascoltatore a cullarsi in un rilassante sonno naturale.

Vocem Noctis: Trae ispirazione dalla magia della notte, le notti dell’estate del 2017 erano tremendamente calde e afose qui in Toscana, per ovviare a tutto ciò pensai bene di comporre qualcosa che rispecchiasse quella serata torrida. La traccia è molto più cupa delle precedenti è stata composta con vari strumenti a corda, la mia voce campionata, suoni ambientali e acquatici. L’acqua è sempre molto presente nella mia musica perché ne adoro il suono leggero e rilassante che essa trasporta con sé.

Parvis Radices: Significa “Piccole Radici”, questa traccia si ricollega a Lemna Minor, ispirata sempre da piante acquatiche e varie sperimentazioni sonore, registrazioni di campo fatte su piante e vari oggetti campionati.

Memorie di Terra: Settima e ultima traccia di tutto l’album, si presenta meno organica delle precedenti infatti trae ispirazione dall’ascolto di vecchie storie contadine che mia nonna spesso mi racconta, con esse riesco a immaginare come fosse il mio paese in origine quando cavalli e carretti percorrevano le varie stradine e bambini giocavano liberi fra loro prima dell’arrivo della tecnologia.

Ti autodefinisci “compositore di musica ambient e bark ambient”. Quali sono i tuoi capisaldi d’ascolto del genere?

Fra i tanti compositori ascolto: Alio Die, Robert Rich, Steve Roach, Loscil, Ishq e più oscuri come Atrium Carceri, Lustmord, Desiderii Marginis, Der Blaue Reiter, Raison D’etre e tanti altri.

Il tuo album propone una musica di genere ambient particolarmente rilassante. In quali contesti pensi sia preferibile l’ascolto della tua musica?

Sicuramente è un album da ascoltare assaporandolo con calma quando si ha voglia di perdersi sognando paesaggi antichi o durante sessioni di meditazione.

Il disco è stato pubblicato  qualche tempo fa. Hai già nuovi progetti in arrivo? Ce ne puoi parlare?

Sì ho nuovi progetti in arrivo,un nuovo album dalle sonorità molto diverse da Memorie di Terra, posso dire soltanto che sarà meno organico e più elettronico, sempre rilassante e meditativo ma dalle tinte più chiaroscurali.

UZBAZUR TRACCIA PER TRACCIA

Il disco si apre sulle note, ondeggianti ed evocative, di Quercus Petrea. Se nel reticolato ipnotico del brano si indovinano trame ripetute, cambi di passo e piccoli spostamenti inducono qualche piccolo salto di senso.

Più sotterranea e sommessa Aqua Thermae, che scivola liquida e oscura quasi sottotraccia. Emergono poi profili sonori diversi, a modificare lo scorrere uniforme ma non la sensazione complessiva del brano.

Olea è molto più eterea anche se non meno sfumata: l’impressione è quella di un decollo verso cime altissime. Poi però il brano si abbassa a includere movimenti tra noise e industrial, rumoristica di vario genere, che ci fa intuire la presenza di mucche al pascolo.

Si procede poi con la molto oscura Lemna Minor, che arpeggia al buio, diffondendosi in modo uniforme per tutta la propria durata. Piccoli scintillii costellano Vocem Noctis, che ha una crescita interna lenta e fa emergere ancora qualche particolare agreste.

Così ci si trova di fronte a un flusso quasi continuo con Parvis Radices, prima che Memorie di Terra, la title track, chiuda con un sentimento di risorgenza. Il brano rimane placido fino a metà e poi rialza la testa, come alla ricerca di stimoli nuovi e ulteriori.

Disco molto omogeneo, quello di Uzbazur, che rimane in ambito ambient senza sentire la necessità di contaminare le proprie sonorità più di tanto. Il risultato è un album compatto e rilassante, con spunti di interesse e grande coerenza.

 

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